Il satellite ed il brevetto del “lunar fly by”

Recentemente è stata diffusa la notizia che la società americana SES Americom ha deciso di lasciare morire il proprio satellite AMC–14, non potendolo recuperare a causa dell’esistenza di un brevetto che conferisce ad un’altra società il diritto esclusivo di utilizzare una determinata procedura di recupero.

Il satellite AMC–14, lanciato a Marzo, non si è posizionato correttamente e dati gli ingenti costi di progettazione e di lancio, la società produttrice ha cercato di trovare la soluzione migliore per poterlo recuperare e consentire al satellite di potere continuare a lavorare ancora per diversi anni. La procedura ritenuta ottimale prevedeva il passaggio del satellite nell’orbita lunare in posizioni prestabilite e quindi il suo trasferimento in un’orbita geostazionale stabile. Trovato il metodo è stato però scoperto anche un brevetto su quel metodo e quindi il programma di recupero si è bloccato.

Già nel 1998 la Huges Electronics Corporation, oggi Boeing, aveva depositato una domanda di brevetto, poi concessa, relativa ad un “Free return lunar flyby transfer method for geosynchronous satellites” (US Pat. N. 6,116,545) che aveva ad oggetto un sistema di recupero del tutto analogo a quello che avrebbe voluto utilizzare la SES Americom e che, probabilmente, per l’epoca era anche avveniristico. Gli esperti ritengono che quel brevetto oggi non sarebbe mai stato concesso e che il suo rilascio sarebbe da attribuirsi ad una scarsa competenza degli esaminatori nel valutare tecnologie relative a sistemi satellitari, ma il fatto che esso esista ha creato non pochi problemi alla malcapitata SES Americom. Quest’ultima si è trovata nel dilemma di dovere scegliere tra violare un brevetto, che comunque esiste, per poi dovere affrontare una lunga e costosa causa di contraffazione oppure chiedere alla Boeing una licenza per l’uso del brevetto stesso. La scelta sarebbe caduta sicuramente su questa seconda ipotesi se non fosse che la Boeing, con cui la SES ha pendenti altre cause legali per questioni diverse, anziché chiedere un compenso in denaro per lo sfruttamento del brevetto, avrebbe acconsentito a dare la licenza a condizione che venissero chiuse le altre cause pendenti. La SES, a quel punto, ha preferito cercare una terza soluzione, dolorosa e forse costosa, ma che restava l’unica possibile: rinunciare al satellite ed incassare i soldi della polizza assicurativa. La cifra che si aspettano di incassare è di circa 150 milioni di dollari, ma ancora non è certo che la compagnia provveda al pagamento non essendo stata informata della possibilità di recuperare il satellite con il “lunar flyby”. Le polizze assicurative sui satelliti prevedono però che la compagnia di assicurazione possa diventare proprietaria del satellite una volta pagato il risarcimento ed in questo caso il satellite potrebbe essere rivenduto ad altra società che, non avendo cause pendenti con la Boeing, potrebbe ottenere la licenza per l’utilizzo del brevetto. Al di là di come si concluderà la vicenda, è certo che un brevetto, anche quando sussistano dubbi sulla sua validità, può creare situazioni di monopolio difficili da superare in tempi rapidi che possono determinare scelte commerciali spesso difficili e costose.