Brevetto comunitario, ci siamo quasi

L’11 Dicembre 2012 il Parlamento europeo ha approvato il regolamento che dal 2014 introdurrà il Brevetto Comunitario. Si tratta di un traguardo importante a cui si giunge dopo oltre 40 anni di discussioni, dibattiti e rinvii. Come ha affermato Michel Barnier, Commissario per i servizi finanziari dell’Unione, si tratta di una decisione storica che aiuterà le imprese. Ha ricordato che

«negli Stati Uniti nel 2011 sono stati depositati 224 mila brevetti, in Cina 172 mila mentre da noi in Europa soltanto 62 mila. Una delle ragioni è il costo proibitivo e la complessità dell’ottenimento a livello di mercato unico. Con le nuove norme, le procedure si semplificheranno e i costi si ridurranno drasticamente, ed è anche un contributo di Parlamento e Consiglio all’agenda per la crescita.«

  Il pacchetto di norme approvato dal Parlamento comprende anche l’accordo sulle regole per le traduzioni e l’accordo sull’introduzione di tribunali europei che regolino con effetto in tutta l’Unione le questioni di contraffazione e validità dei brevetti comunitari. Purtroppo l’Italia e la Spagna sono al momento fuori dal sistema del Brevetto Comunitario in quanto si sono opposte al c.d. trilinguismo non trovando accettabile che le lingue utilizzabili siano solo inglese, francese e tedesco, come già accade tra l’altro per l’attuale brevetto europeo. Il brevetto europeo, ricordiamo, è cosa diversa dal futuro Brevetto comunitario in quanto non consente una difesa unitaria del titolo ed una volta ottenuto il brevetto a livello centrale si “sfascia” in una serie di brevetti nazionali che possono avere sorti ed effetti diversi stato per stato. Tutti si auspicano che presto anche queste due nazioni aderiscano al nuovo sistema in modo che le imprese possano avvantaggiarsi di uno strumento di protezione delle proprie invenzioni molto più solido e molto meno costoso rispetto all’attuale.