Con provvedimento del 3.10.2022, l’Autorità Garante per la Concorrenza e il Mercato ha sanzionato una società specializzata nella tutela del diritto d’autore, insieme al suo Avvocato, per l’invio massivo a micro-imprese italiane di richieste di risarcimento standardizzate e dovute ad asserite violazioni online dei diritti di copyright su fotografie.
Il procedimento è stato avviato lo scorso anno sulla base della segnalazione di una micro-impresa italiana, che lamentava di aver ricevuto dal legale della società la richiesta di pagare circa 3.200€ per i danni asseritamente causati dall’utilizzo di una fotografia sul proprio sito aziendale e poi di ulteriori 6.000 € come penale per l’asserita violazione della transazione, nonostante la fotografia in questione fosse stata rimossa dal sito.
La società, con sede a Varsavia, si presenta sul mercato come società che opera a livello internazionale assistendo i fotografi nella rimozione delle fotografie illegittimamente utilizzate online e nell’ottenimento del risarcimento del danno causato da tale utilizzo. Per svolgere tali attività, la società rende noto sul proprio sito web anche il rapporto di collaborazione con un Avvocato del Foro di Berlino, specializzato nella tutela dei diritti d’autore sulle fotografie.
Nell’ambito del procedimento si è accertato che l’Avvocato, per conto della società cliente, aveva inviato a numerose micro-imprese italiane pressanti e standardizzate richieste di pagamento di somme per le asserite violazioni dei diritti d’autore online, proponendo nel contempo l’adesione a proposte transattive particolarmente onerose. In tali comunicazioni il legale rappresentava che, in caso di mancata adesione alla proposta, le micro-imprese sarebbero state citate davanti al giudice tedesco e le avvisava che i costi complessivi sarebbero stati molto più alti, quantificando le probabili spese processuali in migliaia di euro.
Grazie a tali condotte, la società avrebbe realizzato nel 2021 un fatturato di oltre 40.000 € riguardo alle sole vertenze con soggetti residenti in Italia (pari al 7% del suo fatturato globale per il 2021), mentre l’Avvocato avrebbe realizzato, rispetto alle stesse vertenze, un fatturato di oltre 11.000 €.
In esito al procedimento, l’Autorità ha affermato che i contenuti e le modalità con cui sono state formulate le richieste in questione risultavano volte a indurre i destinatari ad aderire all’onerosa transazione proposta, nel timore di esporsi a maggiori spese per una contestazione non adeguatamente circostanziata e per di più di fronte ad un giudice straniero. Tali condotte sono state ritenute contrarie a diligenza professionale e idonee a condizionare la libertà di scelta dei destinatari, anche tramite un’interpretazione strumentale delle norme sostanziali e processuali sui diritti d’autore e sui diritti connessi.
Inoltre, l’indebito condizionamento delle micro-imprese è stato rinvenuto anche nei contenuti della transazione proposta, che imponeva un’ammissione di responsabilità e l’adesione a clausole che determinavano un significativo squilibrio degli obblighi contrattuali a carico dell’impresa, prevedendo una penale di importo manifestamente eccessivo oltre all’applicazione della legge e della giurisdizione tedesca, senza chiarire i requisiti che questa prescrive per la cessazione della asserita violazione. Ad esempio, riguardo alla micro-impresa segnalante, era stato chiesto il pagamento di 3.200 € per l’uso illecito di una singola fotografia, quando la licenza per l’uso di una fotografia del tutto simile a quella contestata sarebbe stata acquistabile online ad un prezzo compreso tra 9,99 € e 360 €.
Alla luce di quanto sopra esposto, l’AGCM ha concluso che le richieste di pagamento inviate “non appaiono conformi all’elevato grado di diligenza esigibile da professionisti del settore della tutela legale dei diritti d’autore on line e risultano idonee a limitare considerevolmente la libertà di scelta delle micro-imprese destinatarie e a indurle ad assumere decisioni di natura commerciale che altrimenti non avrebbe preso. Tali condotte integrano dunque una pratica commerciale scorretta, in violazione degli artt. 20, comma 2, 24 e 25, del Codice del Consumo”.
Sulla base di tali elementi, l’Autorità ha comminato una sanzione amministrativa pecuniaria pari a 10.000 € per l’Avvocato e a 35.000 € per la società.
Ilaria Feriti