Il 27.12.23 è entrata in vigore la legge n. 206/2023, che mira a valorizzare e promuovere le produzioni di eccellenza e il patrimonio culturale italiano, considerati fattori strategici per la crescita dell’economia nazionale.
Il recente intervento legislativo introduce diverse disposizioni a tutela del made in Italy, che includono la possibilità di registrare come marchi dei segni tratti dal patrimonio culturale e altre misure volte a implementare i settori della formazione, del sostegno all’imprenditoria e della lotta alla contraffazione.
I marchi degli Istituti e dei luoghi della cultura
La nuova legge riconosce agli istituti e ai luoghi della cultura italiani la possibilità di registrare come marchi i segni che li caratterizzano e di concederli in licenza a terzi dietro versamento di un corrispettivo, richiamando l’art. 19 del codice di proprietà industriale (D.Lgs. 30/2005). Tale norma, già consentiva agli enti pubblici di ottenere registrazioni di marchi “aventi ad oggetto elementi grafici distintivi tratti dal patrimonio culturale, storico, architettonico o ambientale del relativo territorio”.
Tuttavia, finora l’art. 19 c.p.i. ha avuto scarsa applicazione pratica, anche a causa del prevalere di un orientamento interpretativo che riteneva incompatibile la disciplina del marchio d’impresa con quella del bene culturale.
Oggi, introducendo un’ulteriore previsione legislativa al riguardo, l’auspicio del legislatore è che attraverso lo strumento del marchio si possano incrementare sia la conoscenza del patrimonio culturale che la capacità di autofinanziamento degli enti pubblici.
Formazione sul Made in Italy
Viene istituito il Liceo del Made in Italy, al fine di promuovere le conoscenze, le abilità e le competenze connesse al made in Italy. Già a partire da quest’anno, chi si iscriverà al nuovo percorso formativo potrà acquisire competenze specifiche in materie economiche e giuridiche, artistico-culturali e storico-geografiche, oltre che competenze imprenditoriali idonee alla promozione e valorizzazione dei settori produttivi del made in Italy.
Sono state previste anche misure volte a implementare la formazione erogata dalla Scuola superiore di magistratura ai magistrati e agli altri operatori della giustizia, per consentire l’acquisizione di conoscenze specialistiche in materia di contrasto alla contraffazione.
Misure di sostegno finanziario – il Voucher 3I
Oltre all’istituzione di un Fondo Nazionale del made in Italy, con finalità di sostegno alla crescita e al rilancio delle filiere strategiche nazionali, è stato introdotto anche un sostegno diretto alle start up innovative e alle micro imprese che vogliono investire nell’innovazione.
Attraverso il Voucher 3I – Investire In Innovazione, si potranno acquistare servizi di consulenza utili alla brevettazione di un’invenzione, inclusi i servizi di deposito presso l’UIBM, di verifica della brevettabilità, di redazione della domanda di brevetto e le ricerche di anteriorità.
Tutela del Made in Italy e inasprimento delle sanzioni
Con l’obiettivo di contrastare più efficacemente le falsificazioni, viene istituito il Contrassegno per il made in Italy, un contrassegno ufficiale di attestazione dell’origine italiana delle merci che le imprese produttrici di beni sul territorio nazionale potranno, su base volontaria, apporre ai loro prodotti.
Inasprite anche le misure sanzionatorie connesse alla contraffazione, con l’introduzione di disposizioni che aumentano l’importo minimo delle sanzioni amministrative, estendono il reato di vendita di prodotti industriali con segni mendaci anche a chi detiene la merce per la vendita (art. 517 c.p.), ampliano la possibilità di procedere alla distruzione delle merci contraffatte oggetto di sequestro (260 c.p.p.) ed estendono la normativa in materia di azioni sotto copertura alla repressione del delitto di contraffazione di indicazioni geografiche o denominazioni di origine dei prodotti agroalimentari.
Ilaria Feriti