La saga del Tutor continua. Come molti ricorderanno, nell’aprile 2018, la Corte d’Appello di Roma si era già pronunciata sul brevetto del sistema SICVe, ovvero del Sistema informativo per il controllo della velocità (il cd. Tutor). La Corte aveva preliminarmente accertato la validità del brevetto su tale sistema registrato dalla C.R.A.F.T. S.r.l., una piccola società toscana. Aveva inoltre statuito che “il sistema di sorveglianza sul traffico stradale SICVe, denominato Tutor o Safety Tutor, installato da Autostrade per l’Italia S.p.A. sulle autostrade dalla stessa gestite in concessione” fosse in contraffazione del brevetto della C.R.A.F.T.. Conseguentemente ne aveva inibito l’uso ed ordinato la rimozione e distruzione di tutte le attrezzature esistenti.
Con la sentenza del 4 gennaio 2019 in esame, il Tribunale di Roma si è trovato invece a dover decidere, in un procedimento parallelo a quello sopra menzionato, se una società di Latina fosse titolare del software del sistema SICVe o se lo fosse invece Autostrade per l’Italia S.p.A.. Il Giudice ha osservato, tenendo conto anche di quanto statuito nella sentenza della Corte D’Appello di Roma, che, a suo giudizio, fosse difficile poter scindere la componente software dal sistema SICVe complessivamente inteso. Inoltre, Autostrade per l’Italia S.p.A. non era riuscita a fornire prove chiarificatrici di tale circostanza o comunque relative alla titolarità in capo alla stessa del software in questione. Non potendo pertanto risolvere la questione per difetto di prove, il Tribunale di Roma ha rigettato le domande di entrambe le parti.
Rimane quindi il dubbio su chi sia l’effettivo titolare della proprietà intellettuale sul software applicativo del sistema cd. Tutor; quello che è certo è invece chi abbia i diritti di brevetto sul sistema stesso.