La Nuova Zelanda ha approvato una legge che vieta i brevetti di software. La proposta di abolire questo tipo di brevetti risaliva al 2008 e solo adesso è stata approvata dal parlamento dopo un lungo dibattito. Anche se la questione riguarda un paese lontano non può lasciarci indifferenti. Da lunghi anni si sta combattendo una battaglia neanche tanto silenziosa tra i sostenitori dei brevetti di software ed i loro acerrimi avversari. In particolare la Free Software Foundation fondata dal noto Richard Stallman si è sempre fatta promotrice di campagne tese a delegittimare i brevetti sul software e con lei molti sviluppatori che ritengono che il brevetto non sia uno strumento adatto a favorire lo sviluppo di nuovi programmi e quindi il progresso scientifico e tecnologico. Il progressivo espandersi dei programmi open source da un lato ed il triste ingresso sulla scena dei patent trolls hanno convinto il legislatore neozelandese a prendere una decisione radicale. Come si legge in un passo del testo di legge, l’abolizione dei brevetti di software non è tanto dovuta ad una ragione sistemica o di diritto quanto ad una ragione di opportunità:
« Open source, or free, software has grown in popularity since the 1980s. Protecting software by patenting is inconsistent with the open source model, and its proponents oppose it. A number of submitters argued that there is no “inventive step” in software development, as “new” software invariably builds on existing software. They felt that computer software should be excluded from patent protection as software patents can stifle innovation and competition, and can be granted for trivial or existing techniques. In general we accept this position. (…) After careful consideration we concluded that developing a clear and definitive distinction between embedded and other types of software is not a simple matter; and that, for the sake of clarity, a simple approach would be best. We received advice that our recommendation to include computer programs among the inventions that may not be patented would be unlikely to prevent the granting of patents for inventions involving embedded software.»
Adesso che il sasso è stato gettato resta da vedere quali saranno le reazioni nel resto del mondo e quali saranno le prese di posizioni dei giudici che in Neo Zelanda dovranno occuparsi di risolvere conflitti su brevetti di software. Certamente la Legge kiwi, com’è stata definita, non potrà passare inosservata.