Il 9 dicembre 2021 l’Osservatorio europeo sulle violazione dei diritti di proprietà intellettuale dell’EUIPO (Ufficio dell’Unione Europea per la proprietà intellettuale) ha pubblicato un nuovo studio dal titolo “Online Copyright Infringement In The European Union Music, Films And Tv (2017-2020), Trends And Drivers” sul consumo online in Europa di contenuti piratati lesivi del diritto d’autore.
L’analisi ha preso in esame il periodo da gennaio 2017 a dicembre 2020 e si è basata su dati relativi all’accesso a siti web che offrono contenuti piratati quali film, musica e programmi televisivi. Sono stati presi in considerazione vari metodi di accesso ai siti, sia da PC o dispositivi mobili, come streaming, download, torrent e software per la copia di CD.
I risultati: la pirateria online continua a decrescere
I risultati dello studio rivelano che la pirateria digitale continua a diminuire, confermando la tendenza già emersa nello studio del 2019.
Il report, infatti, mostra come dal 2017 al 2020 l’accesso a contenuti piratati si sia complessivamente dimezzato.
In particolare, nel 2020 la pirateria online è diminuita del 34% rispetto all’anno precedente. Questa tendenza al ribasso si può notare nel consumo di tutte le tipologie di contenuto con percentuali diverse.
Per quanto riguarda la pirateria cinematografica, nonostante un picco temporaneo avvenuto tra marzo e aprile 2020 dovuto al lockdown per l’emergenza Covid-19, lo studio ha rilevato una diminuzione del 51% rispetto al 2019.
Per altri tipi di contenuto, si segnala un calo del 41% per la pirateria musicale e del 27% per i programmi televisivi rispetto al 2019.
Proprio i programmi tv risultano essere i contenuti più piratati del 2020, con il 70% degli accessi a siti web con contenuti in violazione del diritto d’autore, seguiti da film (20%) e musica (10%).
In generale, nel 2020 la frequenza di accesso a contenuti lesivi del diritto d’autore è stata di 5,9 volte al mese, con significative differenze tra i vari Stati Membri. I paesi con le frequenze di accesso più basse sono Polonia (3,8), Germania (4,0) e Finlandia (4,8). L’Italia è leggermente al di sotto della media europea, in quanto gli utenti italiani hanno effettuato l’accesso a siti con contenuti illeciti 5,5 volte al mese. Il paese con la frequenza di accesso più alta è invece la Lettonia, con un utente medio che accede a siti con contenuti piratati circa 14 volte al mese.
Lo studio infine si interroga sui fattori che influenzano questo trend in discesa, che è senza dubbio un segnale positivo ma che dimostra quanto il problema della pirateria online sia tutt’altro che finito.
Tra i fattori socioeconomici che potrebbero influenzare maggiormente il consumo di contenuti lesivi del diritto d’autore, il report indica che il livello di reddito pro capite e il grado di disparità di reddito possono avere un impatto significativo: un alto reddito pro capite e un basso livello di disparità di reddito sembrano collegati a un consumo più basso di contenuti piratati.
Inoltre i dati e gli studi precedenti presi in considerazione fanno emergere che la conoscenza di offerte legali e la presenza di un maggior numero di piattaforme legali sembrano ridurre il consumo di contenuti illeciti.
Christian Archambeau, il Direttore esecutivo dell’EUIPO, ha dichiarato in merito: “La pirateria, e la perdita di entrate che ne deriva, costituisce una grave preoccupazione e una minaccia diretta per le industrie creative. Nonostante il calo positivo e costante del consumo di contenuti piratati dimostrato dallo studio, resta ancora molto da fare per contrastare la violazione dei diritti di proprietà intellettuale online”.