SIAE o non SIAE? Fedez prova a scardinare il sistema

La SIAE è la Società Italiana degli Autori e degli Editori che gestisce i diritti degli artisti suoi iscritti ed incassa per loro conto i compensi dovuti in caso di concerti, di diffusione della musica nelle radio o nei locali.

Il monopolio della SIAE nella gestione dei diritti d’autore  è spesso stato mal digerito da parte degli artisti che hanno più volte chiesto di potersi gestire liberamente e di scegliere i propri rappresentanti senza essere obbligati a dovere transitare dalla SIAE.

La Direttiva 2014/26/UE, detta direttiva Barnier, è andata incontro a questa esigenza ed ha previsto espressamente che

«i servizi di gestione collettiva di diritti d’autore e di diritti connessi dovrebbero consentire a un titolare dei diritti di poter scegliere liberamente l’organismo di gestione collettiva cui affidare la gestione dei suoi diritti», unica condizione che questo organismo già gestisca questi diritti.  

In pratica la direttiva ha consentito agli artisti di potere scegliere una qualsiasi delle società di gestione dei diritti già esistenti in Europa in altri paesi, facendo venire meno l’obbligatorietà di rivolgersi alla SIAE.

L’Italia ha ratificato la direttiva con il  D. Lgsl. 15.03.2017 n. 35 e quindi anche gli artisti italiani possono fare gestire i loro diritti da società estere.

C’è tuttavia un “però”. Nonostante quanto sopra la legge italiana ha previsto che l’unica società che può occuparsi della riscossione dei diritti debba essere sempre e solo la SIAE.

Ed eccoci al caso di questi giorni.

Fedez ha deciso di fare gestire i propri diritti alla società inglese Soundreef.

Fino a qui nessun problema se non fosse, appunto, che i diritti derivanti dai suoi concerti vengono riscossi dalla SIAE che funge da intermediario per poi riversarli a Soundreef che li gira a sua volta all’artista.

Questo passaggio non è gradito a Soundreef che ha provato a “forzare la mano” ed ha chiesto agli organizzatori di un concerto di versare i diritti direttamente a Soundreef e non alla SIAE ricevendo evidentemente risposta negativa.

Per ottenere questo risultato quindi la società inglese ha chiesto l’emissione di un decreto ingiuntivo che ha ottenuto segnando un punto importante a suo favore.

In realtà questo decreto ingiuntivo rappresenta solo l’inizio di quella che potrebbe essere una battaglia campale.

È infatti probabile che a  questo decreto ingiuntivo faccia seguito un’opposizione ed una causa ordinaria di fronte al Tribunale che esaminerà la questione anche alla luce di principi enunciati a livello comunitario.

Non è da escludere che possa esserci un rinvio alla Corte di Giustizia.

Anzi secondo alcune voce pare che la Commissione Europea stia valutando una procedura di infrazione contro l’Italia e che anche l’Antitrust si stia occupando della scelta italiana di mantenere il monopolio SIAE nella riscossione dei diritti.