I due colossi della telefonia si stanno scontrando da mesi nelle aule dei tribunali accusandosi reciprocamente di violazione di brevetti.
Al momento il colpo più duro lo ha incassato Samsung che negli Stati Uniti è stata condannata a pagare un risarcimento danni di oltre un miliardo di dollari, somma che non appare accontentare Apple che in questi giorni ha avanzato una nuova richiesta di danni per altri 700 milioni.
Samsung è stata ritenuta colpevole di avere violato tre brevetti di Apple ed esattamente il brevetto del “rubber-banding” per la movimentazione delle pagine con lo scrolling; il brevetto del “pinch-to-zoom” per l’ingrandimento attraverso l’apertura delle dita; il brevetto del “tap-to-zoom” relativo all’ingrandimento con il tocco.
La decisione è stata però criticata dagli esperti: la giuria popolare avrebbe deciso troppo in fretta e non si sarebbe tenuto conto di brevetti anteriori che avrebbero potuto invalidare i brevetti di Apple.
Secondo i tecnici una valutazione seria delle c.d. anteriorità, ovvero delle divulgazioni anteriori che potrebbero annullare i brevetti di Apple, richiederebbe settimane di lavoro anche per un esperto e non è pensabile che una giuria popolare possa valutarle con la dovizia necessaria.
Sulla violazione del design la questione è ancora più controversa: i due apparecchi telefonici sono tra loro diversi nei particolari ma quello che sembra inchiodare Samsung è la grande differenza che esiste tra i suoi modelli dopo-Iphone ed i suoi modelli prima dell’Iphone. E’ da questo netto “cambio di rotta” che la giuria da dedotto una forte “contaminazione” e quindi un plagio dei modelli della Apple.
La battaglia è però ancora del tutto aperta. Se negli Stati Uniti Apple l’ha fatta da padrona lo stesso non può dirsi per quanto riguarda l’estremo oriente: Apple ha infatti perso in Giappone ed ha, per così dire, pareggiato in Corea del Sud.