L’impatto dei diritti IP nelle performance delle imprese europee: lo Studio Euipo e EPO

La tutela della proprietà intellettuale è un’attività cruciale per un’impresa. Nel corso degli anni, gli asset intangibili sono diventati sempre più importanti e la loro gestione ha assunto un carattere strategico per il futuro delle imprese.

Ma quanto influiscono realmente sulle performance aziendali?

A gennaio 2025 è stato pubblicato uno studio su questo tema, condotto dall’Ufficio Europeo per la proprietà intellettuale (EUIPO) e dall’European Patent Office (EPO) che fornisce un’interessante fotografia della diffusione e dell’importanza dei diritti di proprietà intellettuale nel tessuto aziendale europeo.

Il report, che parte da studi già condotti negli anni precedenti, presenta i risultati dell’analisi svolta considerando il periodo dal 2013 al 2023 su un campione rappresentativo di oltre 100.000 imprese europee di vari settori e provenienti da tutti gli stati membri dell’Unione europea.

L’analisi prende in considerazione dati relativi a brevetti, marchi, disegni e modelli registrati presso l’EPO, l’EUIPO e gli uffici di Proprietà Intellettuali (IP) nazionali e regionali nell’UE.

I punti chiave dello Studio EUIPO e EPO

In generale, le imprese che possiedono diritti di proprietà intellettuale generano il 23,8% in più di fatturato per dipendente rispetto alle imprese che non hanno titoli di privativa. In particolare le imprese titolari di brevetti hanno un fatturato superiore del 28,7% per dipendente, le imprese titolari di marchi registrati del 23,3% mentre quelle titolari di modelli del 29,3%.

Molto interessanti i dati relativi al possesso di titoli di privativa tra le piccole e medie imprese e le grandi imprese.

Meno del 10% delle PMI europee è titolare di un brevetto, marchio o modello. La percentuale invece sale prendendo in esame le grandi imprese: quelle titolari di almeno un tipo di diritto di proprietà intellettuale rappresentano infatti il 49,01%.

Andando ancora più nel dettaglio e osservando i singoli diritti di proprietà intellettuale si nota come solo l’1,1% delle PMI europee è titolare di brevetti, mentre per quanto riguarda le grandi imprese la percentuale sale al 12,3%.

Le PMI titolari di marchi sono invece il 9,2%, mentre per le grandi imprese la percentuale è del 46,1%. Infine, le PMI titolari di disegni sono solo l’1,1%, mentre il tasso di proprietà tra le grandi imprese è del 10,7%.

Nonostante tra le PMI, quindi, il tasso di proprietà risulti piuttosto basso, le PMI titolari di diritti di proprietà intellettuali presentano un reddito per dipendente superiore del 44% rispetto alle imprese non titolari.

I settori

Il settore con il numero più alto di imprese titolari di diritti di privativa è quello relativo all’informazione e comunicazione (con il 14,79%), seguito dall’industria manifatturiera (14,21%).

In terza posizione si trova il settore dell’approvvigionamento idrico, reti fognarie, gestione dei rifiuti e attività di bonifica (12%), in quarta invece il settore relativo alle attività professionali, scientifiche e tecniche (con una quota del 10,7%).

Conclusioni

Come viene sottolineato all’interno del report, i risultati di questa analisi non devono essere interpretati come la dimostrazione di una diretta relazione causale tra la titolarità di diritti di proprietà intellettuale e performance economiche migliori, in quanto quest’ultime possono essere influenzate da molteplici variabili (come ad esempio la strategia aziendale).

Ciò nonostante, il report mostra l’importanza che brevetti, marchi e design possono avere, e quanto sia ancora necessario diffondere e fornire strumenti utili alle imprese europee, specialmente alle PMI, per favorire il loro accesso alla tutela di diritti di proprietà intellettuale.  

Giulia Tibo