Con l’avvento dell’intelligenza artificiale si sono diffusi nuovi metodi per la creazione di contenuti digitali che, talvolta, sono indistinguibili dagli originali.
In questo contesto è di particolare importanza il problema delle repliche digitali sulle quali il Copyright Office degli Stati Uniti (USCO) ha recentemente pubblicato un report con lo scopo di regolamentare in maniera più stringente la materia al fine di garantire un’effettiva tutela dei diritti coinvolti, inclusi quelli di privacy e di proprietà intellettuale e industriale.
Il problema delle repliche digitali
Per replica digitale, o deepfake, si intende un contenuto digitale ottenuto attraverso l’uso della tecnologia digitale per riprodurre la voce o l’aspetto di un determinato individuo. Tale replica, a seconda della raffinatezza della tecnologia utilizzata, è talmente realistica e simile all’originale da rendere impossibile o, comunque, difficoltosa la distinzione.
La proliferazione di deepfakes ha sollevato molte preoccupazioni per quanto riguarda la tutela dei diritti autoriali e di privacy, nonché il diritto all’identità personale dei soggetti di volta in volta ritratti senza apposita autorizzazione.
Un caso emblematico concernente la questione delle repliche digitali è rappresentato dall’episodio verificatosi nell’aprile 2023 e conosciuto come “Fake Drake”. Un soggetto aveva utilizzato le voci di due cantanti di fama mondiale per la composizione di una canzone che aveva, poi, riscosso molto successo divenendo virale sulle maggiori piattaforme di streaming online e sui social media, totalizzando milioni di visualizzazioni e ascolti.
Tuttavia, nessuno dei due cantanti in questione aveva partecipato alla creazione della canzone, poiché le loro voci erano state generate tramite l’intelligenza artificiale, oltretutto senza il loro consenso.
La risposta dell’US Copyright Office
L’US Copyright Office (USCO) il 31 luglio 2024 ha pubblicato la prima parte del suo report “Copyright and Artificial Intelligence Part 1: Digital Replicas“ nella quale affronta in modo dettagliato le questioni legate alle repliche digitali, con particolare riferimento alla capacità dell’intelligenza artificiale di riprodurre realisticamente voci, immagini e caratteristiche fisiche di individui.
Il report evidenzia come attualmente sia molto diffuso sul territorio statunitense l’utilizzo dell’intelligenza artificiale per la creazione di opere artistiche originali, quali testi, immagini e musica. Tuttavia, sono diffuse altresì le modalità di utilizzo distorto dell’intelligenza artificiale facenti principalmente riferimento alle forme di replica digitale non autorizzate. La questione non riguarda soltanto la lesione dei diritti di proprietà industriale e intellettuale del titolare, ma interessa anche il piano economico e reputazionale dello stesso, con potenziali conseguenze dannose.
All’interno del report, l’USCO formula una serie di raccomandazioni, rivolte principalmente al Congresso statunitense. Tra le proposte più rilevanti vi è quella di emanare una nuova legge federale volta a contrastare specificamente la distribuzione di repliche digitali non autorizzate, in modo da prevenire gli abusi e garantire una protezione adeguata dei diritti delle persone coinvolte.
L’USCO ha, anche, annunciato che le future parti del report tratteranno i temi della riproducibilità delle opere create utilizzando l’AI generativa, dell’addestramento di modelli di AI su opere protette dal diritto d’autore, della concessione di licenze e dell’attribuzione di potenziali responsabilità.
Le questioni affrontate nel report risultano essere di fondamentale importanza per la protezione non solo dei diritti degli artisti, ma potenzialmente anche dei comuni cittadini, la cui reputazione potrebbe essere minacciata dall’uso improprio di deepfakes. Infatti, la nuova e futura disciplina, che verrà redatta alla luce del contenuto del report in questione, ha sostanzialmente l’obiettivo di bilanciare l’innovazione tecnologica con la tutela dei diritti.
Elena Bandinelli