TikTok resta sotto la sorveglianza del Garante della protezione dei dati personali, anche dopo aver annunciato l’adozione di misure volte a bloccare l’accesso agli utenti minori di 13 anni.
Il Garante era già intervenuto a dicembre 2020, avviando un procedimento nei confronti della nota piattaforma e contestando soprattutto la scarsa attenzione alla tutela dei minori. Secondo il Garante, ci sarebbero forti criticità, fra l’altro, sotto il profilo delle modalità di rilascio dell’informativa privacy, del trasferimento dei dati all’estero, del periodo di conservazione dei dati e, soprattutto, del rispetto delle forme previste per verificare l’età anagrafica degli utenti.
In particolare, il Garante aveva rilevato che il divieto di iscrizione ai minori di 13 anni poteva essere aggirato semplicemente indicando una falsa data di nascita e aveva richiesto a TikTok di adottare corrette modalità per l’accertamento dell’età anagrafica degli utenti.
Ciò nonostante, a gennaio 2021 viene diffusa la tragica notizia del decesso di una bimba palermitana di soli 10 anni morta nel tentativo di emulare l’assurda Blackout challenge: una sfida che circola tra i giovanissimi utenti del social e che li invita a testare la propria resistenza al soffocamento stingendosi una cintura al collo.
Il drammatico evento ha provocato l’intervento in via d’urgenza del Garante, che ha vietato a TikTok il trattamento dei dati degli utenti per i quali non vi sia assoluta certezza dell’età anagrafica fino al 15 febbraio 2021.
Dopo il blocco provvisorio, TikTok ha chiesto a tutti i suoi utenti di confermare la propria età anagrafica per poter continuare ad usare la piattaforma.
La società ha poi garantito che avrebbe adottato ulteriori misure per bloccare l’accesso agli utenti minori di 13 anni, valutando l’avvio di campagne di sensibilizzazione e l’utilizzo di sistemi di intelligenza artificiale per la verifica dell’età.
Tra le misure di sicurezza annunciate, dovrebbe essere compreso un pulsante per consentire agli utenti di segnalare altri utenti che sembrano avere meno di 13 anni, mentre le soluzioni tecniche di age verification sono ancora in fase di studio.
Tuttavia, ad oggi, le modalità di iscrizione a TikTok restano inadeguate e facilmente aggirabili dai minori, mentre i video che incitano la partecipazione a sfide letali continuano a circolare sul social.
È di aprile 2021 la notizia del decesso di un altro dodicenne del Colorado (USA), morto nel tentativo di riprendere il proprio soffocamento per poterlo pubblicare su TikTok.
Viene quindi da chiedersi se, in generale, l’adozione di misure tecniche più sofisticate da parte dei social network possa davvero essere sufficiente a tutelare adeguatamente i minori oppure se, per raggiungere questo obiettivo, non siano necessari interventi ad ampio raggio e che coinvolgano l’intera platea degli utenti del web.
Al riguardo, la Vice Presidente del Garante per la protezione dei dati personali ha recentemente dichiarato che “Fra bambini che nascono già parte di un mondo connesso e social, ma con poca o inesistente consapevolezza dei rischi della rete, e genitori e insegnanti ai quali nessuno ha potuto o saputo sinora spiegare come educare i figli all’utilizzo consapevole di tali tecnologie, c’è davvero moltissima strada da fare.”[1]
[1] Le sfide mortali su TikTok e le mani legate della legge. Intervento di Ginevra Cerrina Feroni, vice Presidente del Garante per la protezione dei dati personali (Il Messaggero, 17 marzo 2021) pubblicato su https://www.garanteprivacy.it